Aprirà nel 2026, il nuovo centro riabilitativo di Taranto per liberare i delfini detenuti in cattività, unico in Italia e nel Mediterraneo, il secondo centro del genere al mondo.
Il progetto, promosso da Jonian Dolphin Conservation (JDC), con il sostegno della Fondazione con il Sud e delle istituzioni locali prevede un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro. Il rifugio integra il centro scientifico-divulgativo Centro Ketos, già attivo a Palazzo Amati a Taranto.
Il San Paolo Dolphin Refuge si estende in un’area di sette ettari situata alle spalle dell’Isola di San Paolo la più piccola delle Cheradi, davanti a Taranto. Un mare dove sono presenti diverse specie di cetacei come delfini Tursiopi, Stenelle, Grampi e ma anche balene Capodogli.
Il centro punta a restituire ai delfini e altre specie di cetacei, detenuti in cattività, un percorso riabilitativo per poterli introdurre gradualmente alle acque libere. Il centro potrà ospitare fino a diciassette cetacei che proverranno da parchi acquatici o centri di ricerca. Stando a quanto si apprende i primi quattro esemplari arriveranno a giugno 2026.
Il programma coinvolge esperti italiani e internazionali in biologia marina e veterinaria. Il San Paolo sarà il primo centro che tenta la riconversione del concetto di “cattività” per delfini, privilegiando riabilitazione, monitoraggio e potenziale rilascio. Gli esemplari saranno accompagnati nel riacquisire i loro comportamenti spontanei per portarli a vivere in condizioni di maggiore benessere.
Il rifugio ospita spazi abitativi per il personale di guardiania, un ambulatorio veterinario e un’area per la preparazione e conservazione del cibo, attrezzata con celle frigorifere.
Per il reinserimento degli esemplari, è stata creata una vasca principale da 1600 m² connessa a una vasca veterinaria da 16 m². Sono inoltre presenti piattaforme galleggianti, impianti di videosorveglianza, illuminazione e strutture ombreggianti. Mentre nello storico palazzo Amati, sarà allestita l’area di osservazione con tecnologie di monitoraggio in tempo reale, per la raccolta di dati da telecamere e sensori marini per la gestione operativa e l’identificazione tempestiva di eventuali criticità.